Begotten - 1991

giovedì 18 febbraio 2010

Superbia

Vi osservo per strada, camminate in gruppi, in branchi oserei dire, non siete geneticamente fermi, il problema è che invece di crescere e andare avanti tornate indietro, involuzione. Seguite il maschio alfa nel caso in cui la vostra stupida etica senza senso vi sta portando verso il branco patriarcale, o la femmina più attraente se invece siete un gruppo di sole donne. Parlate sempre di cose inutili, mio dio, quanto siete dannatamente viscidi. E continuo a camminare, ma non vi togliete dai piedi, cos'è, mi state seguendo? Io non vi voglio fra i piedi, siete insulsi, siete patetici, per voi lo sono io, ma la verità è che avete solo paura perchè l'unica cosa che sapete, l'unica cosa che avete di certo nella vostra inutile testolina è che io sono superiore, no no, che dico, così mi abbasserei al vostro livello, vermi. Voi siete inferiori a me, no mi correggo: a quelli come me. E siamo davvero in pochi. Ma nessuno è come me quanto lo sono io, mi spiego: Hanno tutti notato qualcosa in ciò che mostro di me che li rappresenta, lo hanno fatto proprio ed ora sono anche essi superiori a voi, pecoroni. Ecco, parte tutto da me, dal singolo, ti va di sapere perchè? Perchè gli esseri umani sono accomunati tutti da due singole caratteristiche: La paura e la pigrizia. Voi siete dei gran cagasotto e scansafatiche, ecco perchè vi piace fottervi i pareri, il carattere, i modi di fare ed il look degli altri che a loro volta si sono ispirati ad altri, che a loro volta hanno frainteso il modo di essere di altri, che a loro volta hanno frainteso qualcuno mentre lo copiavano. Un circolo vizioso di inetti che rubano idee, se le appiccicano su quella massa molliccia informe che chiamano mente e le fanno proprie, così. Io non sono come voi, il mio gruppo è meglio, il mio gruppo ha fantasia, ognuno è veramente libero. Si, perchè insieme abbiamo preso la decisione che tutti devono essere sè stessi, e questa idea è l'unica ad essere originale, e l'abbiamo fatta nostra. Così tutti quelli che sono con me, sono unici, sono diversi da voi, superiori. E non la chiamare superbia, stronzetto, la superbia è mostrarsi così, io sono così. Non indosso nessuna maschera. Guardami, ti sembra una maschera questa? A me pare di no, è soltanto la consapevolezza di essere unico ed inimitabile. Non indosso maschere. Ma guardati... mi fai ridere. Senti davvero di essere superiore a me? E allora prova a riflettere cretino. Non ci riesci? Sei inferiore, tu indossi una maschera dietro un'altra, a seconda di come ti fa comodo al momento, guarda. La superbia è una brutta bestia, dai retta a me, queste cose le conosco, le ho vissute, le ho studiate, non come te che ne stai leggendo solo ora per la prima volta. Torniamo alle maschere. Quella che indossi ora si chiama "Mortificazione"

lunedì 8 febbraio 2010

Ira

Chiudo le palpebre, stringo le mani, i muscoli del viso si contorcono, quelli del collo si contraggono ripetutamente, le sopracciglia si abbassano. Fisso il nemico, una persona scorretta nei miei confronti, un elettrodomestico, un cane che ringhia nella mia direzione, chiunque non capisca i miei discorsi, le mani si stringono ancora, ruoto i pugni verso l'interno del braccio, deglutisco. Ruoto il labbro inferiore verso l'esterno, mostrando i denti, il respiro si fa affannoso, il diaframma si muove più vistosamente, le unghie penetrano nel palmo della mia stessa mano, strizzo gli occhi, cerco di contenere le mie reazioni. Un respiro profondo e poi muovo le spalle, contraendo poi i muscoli delle gambe, le dita dei piedi, ruoto il capo verso destra, tornando infine con lo sguardo fisso davanti a me. Stringo ancora le mani, non so se ho paura oppure no, il mio nemico mi appare sempre più ripugnante, le mie mani scattano sulla mia fronte, i polpastrelli premono sulla pelle, le unghie graffiano a fondo il mio viso, ho gli occhi chiusi,inspiro a fondo e rapidamente, apro la bocca, separando le due arcate di denti, gonfio l'addome, spingo il diaframma verso l'esterno e dalla mia gola esplode un urlo spaventoso ed esasperato, graffiandola, riscaldandola, quasi come se scorresse il sangue dai miei polmoni fino alla lingua, mi lacrimano gli occhi, ho voglia di piangere , di urlare ancora senza fine, ho le mani chiuse a pugno, non controllo i miei movimenti e scatto in avanti. Le mie mani si abbattono con violenza contro il muso dello sconosciuto incontrato nell'autobus, scaravento a terra lo schermo maligno del televisore, prendo a calci lo stomaco del pastore tedesco che abbaia sempre quando mi vede mentre mi incammino per andare a scuola, uso l'altra mano, rompo i denti del mio coetaneo che si crede migliore di me perchè va a scuola con una macchina costosa, sollevo il televisore che trasmette solo show ipocriti e offensivi verso lo spirito mutevole dell'umanità, prendo a calci sul muso il cane, cospargo di benzina la macchina del sindaco, mi tremano le braccia, il petto, lo stomaco, deglutisco ancora. Prima che io me ne renda conto ho le nocche ricoperte di sangue, ferite dal vetro dello schermo, ho la suola delle scarpe sporca delle interiora del cane che ho schiacciato con rabbia, i miei vestiti si infiammano e per spegnere il fuoco mi batto violentemente le mani e le braccia addosso, ferendomi e bruciandomi gli arti. Ho il cuore in gola e comincio a correre.